La Storia - A.S.D. Verdenero Castellazzo Bormida

Castellazzo Bormida
A.S.D. Verdenero
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La Storia

La Società
La grande avventura podistica Castellazzese, che porta il nome di GRUPPO PODISTICO CARTOTECNICA PIEMONTESE, ha ufficialmente inizio nell'anno 1973, anche se, alcuni anni prima, qualcuno si stava già allenando... Si tratta dei veri fondatori della "Cartotecnica": Giacomo Lamborizio, Giovanni Nani ("Gabìs"), Giovanni Caselli (attuale presidente della società), che, proprio come ora, ogni domenica si trovano per partecipare alle corse (allora una quarantina per stagione, contro le circa 90 di oggi) organizzate da vari comuni della provincia di Alessandria. Si parte, usufruendo delle poche automobili allora a disposizione, magari con un'abbondante razione di insalata di riso, preparata dalle mogli: si sa, correre fa consumare energie, che vanno recuperate in qualche modo? E quale maniera migliore se non una bella mangiata, con i compagni di squadra e compaesani, commentando la corsa appena finita, prendendosi un po' in giro e facendo quattro risate, che fan bene anche all'umore? Durante il resto della settimana, dal lunedì al sabato, non si fa altro che parlare di corse, scherzando e facendo pronostici. Ben presto il gruppo cresce: si aggiungono Domenico Lamborizio, Luigino Fusetto, Giuseppe Pistarini, Franco Lorenzetto,Giancarlo Aiachini, Fortunato Zecchin ("Smit"), Gianni Cestino, Franco Testa, Pietro Nezzo, Narciso Nai ("Ciso"), Filippo Caselli ("Filipéi"), Severino Violato, Zamburlin, Gino e Marina Boscariol, Camilla Delfino, Enrico Michelon, Angelo Pavese, Gino Camillo, Cesare Maghini, "Gisèp d'ir Casté", Domenico Molina (che tiene la contabilità del gruppo, ma non disdegna qualche corsa), Filippo Cavallero "u Schidlè", Valentino Moretti, Armando "u Svìser", Severino Agliardi (premiato, tra l'altro, come partecipante più "di peso"), Franco Maranzana, Paolino Sciorati, Nicola Romano ("Nicolino Cartavelina"), Marco Cantele, Gino Aviosi ("l'Aviùs"), Tonino Guerra, Piero Boccaccioli, insieme a frotte di ragazzini che di volta in volta si aggregavano, rappresentano tutti "u stròp", cioè coloro che correvano non per agonismo, ma unicamente per stare insieme. La "base operativa" è il Bar Pasticceria, dove vengono conservati i tesserini individuali di partecipazione alle corse, il cartellone-calendario e dove vengono esposte le coppe vinte, che non tardano ad arrivare: la prima viene ricevuta ad una corsa a Mirabello Monferrato, come gruppo più numeroso. Quando, però, il premio al gruppo (Cabanette, 1980) è? un asino, inevitabilmente sorgono alcuni piccoli problemi "logistici" e allora ben venga l'aiuto della Polizia Stradale, che scorta i trionfatori fino a destinazione! Oltre che come numero di partecipanti alle corse (battuta, talvolta, solo dalla "Gandini La Pelle" o dalla "Michelin", altri due gruppi "storici") la Cartotecnica Piemontese primeggia anche a livello organizzativo, dando spesso "ripetizioni" ai neo-organizzatori di eventi podistici in tutta la provincia. Inoltre è il primo gruppo a potersi vantare di avere due podiste (anche se "straniere") tra i suoi atleti. Tra le corse più significative, vale la pena ricordare quella organizzata dall'Avis, nella persona di Novello, proprio a Castellazzo, che vede la partecipazione di oltre 1200 persone, e quella tenutasi a Frascaro nel 1975, a cui partecipa, tra i 96 presenti, anche Arese. Negli anni ottanta, restano a far parte del gruppo solo Domenico Lamborizio, Giancarlo Aiachini, Gianni Cestino, Giuseppe Pistarini, Luigino Fusetto, Fortunato Zecchin, Piero Boccaccioli, Franco Lorenzetto. Nel 1995 la gestione del gruppo passa da Marco Cantele in mano a Damiano Guida (tuttora capitano della squadra), e, dai venti atleti del 1992, si arriva ai circa 80 di oggi. Nel 1993, in occasione del ventesimo anniversario della fondazione, viene organizzata una corsa a Castellazzo, con partenza dal Municipio, con medaglia e diploma ad ogni partecipante castellazzese, oltre che tanti premi per tutti. Queste, riassunte, forse troppo, sono le tappe principali di quella che non è semplicemente la storia di una società podistica. Basterebbe poter leggere negli occhi di chi, con noi e per noi, ha raccontato, e rivissuto, gli episodi più divertenti, più tristi, più esilaranti: ognuno capirebbe quante emozioni e quanti sentimenti si celano dietro quei ricordi. Quello che più ci ha colpito è lo spirito ludico che accomunava gli atleti della Cartotecnica Piemontese di trent'anni fa, forse perché oggi, la maggior parte di chi la domenica corre, per vincere e non per divertirsi, sembra averlo dimenticato.
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